Un salto nel passato
L’uomo, la donna, hanno sempre cercato, fin dai tempi più remoti, di adornarsi con oggetti la cui rarità o la difficile reperibilità conferivano personalità, importanza e prestigio. Sembra strano, ma l’uomo pensò dapprima ad adornarsi e poi a vestirsi. Infatti, già dalla preistoria l’attenzione degli ornamenti era rivolta ad oggetti di difficile reperibilità costituiti soprattutto da conchiglie, denti di pesce e di felini o le zanne di mammut, questi intagliati e lavorati inizialmente in maniera grossolana. Ma questi ornamenti, nelle epoche successive, hanno acquistato un alto valore estetico, tecnico e assunto funzioni diverse. Le conchiglie, ad esempio, furono largamente utilizzate nel Periodo Dinastico dalle donne egizie come protezione contro la sterilità. Abbellire alcune parti del corpo con questi oggetti rispondeva al desiderio di proteggersi dalla malattia e dalle forze del male, vi si attribuiva una funzione apotropaica. L’oggetto ornamentale racchiudeva in se superstizione, bellezza, magia e potere. L’uomo trova presto anche il desiderio di ornarsi per motivi religiosi o puramente estetici. Il sacro, il bello e il feticcio si confondono nel gioiello e con l’avvento dell’Età del Bronzo si sviluppano le prime tecniche di lavorazione dei metalli, che con la scoperta della fusione dell’oro tocca i massimi splendori nell’esecuzione tecnica di gioielli sempre più raffinati che arricchiscono la molteplicità degli antichi ornamenti.