Gabriele D’Annunzio e la questione di Fiume

Gabriele D’Annunzio e l’impresa di Fiume

Gabriele D’Annunzio nacque a Pescara il 12 marzo 1863. Fu uno dei più notevoli e originali letterati italiani tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento. Il «Vate», come ven- ne chiamato, a marcarne l’impronta di «sacro poeta» dell’Italia post-risorgimentale, usò del- la sua fama artistica per affermarsi in campo politico. Anche qui con una traiettoria del tutto irregolare, che lo vide ondeggiare tra destra e sinistra. Così, eletto deputato della destra, si avvicinò presto al Partito socialista. Nel 1910 si unì ai nazionalisti, mantenendo relazioni con intellettuali ed esponenti del mondo libertario, anarchico-sindacalista, futurista.

D’Annunzio era soprattutto un uomo d’azione, un movimentista. Fervente interventista e volontario durante la prima guerra mondiale, strinse amicizia con Benito Mussolini. Tra i due i rapporti rimasero ambigui, mal sopportando D’Annunzio il regime imposto da Mussolini e temendo invece quest’ultimo che il «Vate» agisse di testa sua, offuscandone il potere grazie alla formidabile popolarità e al prestigio di cui godeva anche in ambito fascista.

Il poeta fu il protagonista dell’impresa di Fiume, maturata nel clima della «vittoria mutila- ta», ovvero della presunta sconfitta dell’Italia al tavolo negoziale di Parigi, a tradimento degli ideali risorgimentali e del sacrificio dei soldati caduti durante la Grande Guerra. D’Annunzio si pose a capo nel settembre del 1919 di un gruppo di «legionari», cui presto si unirono an- che truppe regolari, per andare a conquistare la città di Fiume, già asburgica, il cui possesso era stato inutilmente rivendicato dalla delegazione italiana alle trattative di Parigi. Il 12 set- tembre la spedizione, entrata in Fiume, ne proclamò l’annessione al Regno d’Italia, malgrado l’ostilità del governo di Roma.

Il 12 agosto 1920 D’Annunzio decise di trasformare il territorio fiumano in Stato indipen- dente, proclamandovi la Reggenza Italiana del Carnaro. Fra i primi atti, la promulgazione della Carta del Carnaro, una costituzione di stampo libertario e socialisteggiante dovuta alla penna del sindacalista rivoluzionario Alceste De Ambris, oltre che alla sua. Lo Stato Libero del Carnaro fu il primo a riconoscere la Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa.

Dopo la firma del Trattato di Rapallo (12 novembre 1920) che definiva Fiume città libera, a Natale le truppe italiane entrarono a Fiume. D’Annunzio dovette arrendersi